Ad.Lu. Poetica ItaloAmericana e Minorità Linguistiche

Premessa

Accantonati i vari movimenti poetici e pseudo/post moderni, l’unica realtà odierna

rimasta è il frammento come verità ontologico-estetica. Le poetiche della NOE

(Nuova Ontologia Etica), abbracciate da Giorgio Linguaglossa, Gino Rago, Mario M. Gabriele et alia, forse trovano, presentemente, le migliori espressioni nei versi di Edith Dzieduzyka, «sospesa tra il NULLA e il PIENO della scrittura…» (Linguaglossa). Ogni poeta è libero di seguire la propria Musa, benché conscio però che le avan-guardie e gli altri “ismi” letterari sono tuttora anacronistici. Cito Andrea Emo: «La presenza di tutto ciò che è presente è in realtà la presenza dello stesso nulla originario […]. L’essere, cioè, non è al posto del nulla—non c’è l’essere invece del nulla. L’essere è la stessa presenza del nulla (il nulla non è presente se non come essere) ». [1]

Le poesie realistico-pluritematiche di Flavio Almerighi percorrono simili binari che non si intersecano, ma moltiplicano le possibilità lirico-linguistiche. Senza dubbio esistono altre voci che offrono aperture poetiche possibili in varie direzioni proposte da scrittori che adottano lingue minoritarie (i dialetti, per dirla all’antica). Non si tratta soltanto del rinnovamento della lingua bensì di ontologie estetiche fresche e sorprendenti senza scartare a priori la lingua madre-matrigna italiana. Queste sono le sfide proposte ai poeti di ogni genere, credo e fedeltà poetica… Il resto, sono sicuro, purtroppo è banale e scontato. (a.p.n)

 

[1]Andrea Elmo, “Aforismi de il Dio negativo” pubblicati da Massimo Dorà e Gasparotti (1989)